Friday, October 25, 2013

Weekend a Rishikesh

Come ho avuto modo di dire nel precedente post le prime settimane di ambientamento a Delhi non sono state sempre facili. 

C'erano tante cose da sistemare e affrontare una quotidianità' in una città indiana di sedici milioni di abitanti non e' proprio una passeggiata, soprattutto all'inizio.

La prima cosa che si nota a Delhi sono i contrasti e le contraddizioni estreme. La notte sulla strada a pochi metri da quartieri benestanti dove sono parcheggiate macchine costosissime si vede gente dormire sul marciapiede. Oppure si gira l'angolo e si passa da una zona pulita e benestante ad un'altra che sembra essere una discarica a cielo aperto con di fianco miseria e baracche ovunque.

Quello che stupisce non sono solo i contrasti, ma che questi estremi convivano tutto sommato senza troppi attriti. Infatti entrando in un quartiere ricco non ci sono troppi controlli e non sembra di arrivare in una fortezza fatta per tenere fuori i più poveri.

A parte le ovvietà che spesso si sentono sulle condizioni igieniche e di pulizia dell'India quello che mi interessa sottolineare e' la mia esperienza personale.

Delhi e' una città che mi sta mettendo continuativamente alla prova. Ogni giorno c'e' qualcosa di nuovo che capita e bisogna riadattarsi cercando di non rimanere troppo rigido - come molti occidentali fanno - per potersi godere pienamente questa realtà ma neanche troppo ingenui per non farsi fregare ad ogni angolo, cosa molto comune soprattutto nelle grandi città.

Una sfida per mantenere la calma con i guidatori di risciò che ti provano continuamente a fregare e per sopravvivere ai rumori, al caos e alla folla di una città di queste dimensioni. Ma anche una sfida quotidiana per non stare sempre male e sentirsi in colpa nel vedere situazioni di degrado diffuso - soprattutto nella zona dove lavoro.

Ogni tanto Delhi sembra un luogo che ti toglie tutte le energie. Uscire di casa e andare in giro per la città e' come entrare dentro una centrifuga che ti risucchia, sballottola qua e la' finché non ti risputa fuori esausto, confuso e nauseante.

Per questo ne ho approfittato di un weekend lungo per prendere una pausa da tutto ciò e andare a Rishikesh, che si trova a poche ore da Delhi. 

A Rishikesh sono arrivato di sabato mattino presto con un bus notturno da Delhi, passando per Haridwar. Passare la notte in viaggio e vedere le prime luci dell'alba ha sempre una magia particolare. La vita si risveglia e ci si sente particolarmente positivi per il ritorno del sole.

Rishikesh al mio arrivo
Giungere a Rishikesh a quest'ora consente di godersi uno spettacolo stupendo: il Gange che scorre lento e maestoso incastonato tra le montagne verdi e spioventi mentre alcuni uomini si immergono per il bagno mattutino.

Arrivando dal caos Delhi e immergersi nel relativo silenzio di Rishikesh fa capire come questa quiete sia una medicina per il corpo e la mente.

Vedere spazi aperti, farsi incantare dal Gange, godersi una tranquillità' ed una natura relativamente pulita e silenziosa, respirare aria fresca in un ambiente dove si percepisce la sacralità' del posto e' un'esperienza che mi ha subito ricaricato.

Mi sono sistemato in un ashram consigliato da Adriano, un italiano profondo conoscitore dell' India che ho conosciuto alla stazione di Delhi. 

Ho quindi trascorso tre giorni in questo ashram immerso nel verde in un angolo tranquillo di Rishikesh - lontano da altre zone più turistiche e trafficate - e che offre sessioni di yoga, meditazione e vari tipi di seminari come sulla alimentazione ayurvedica.

In un ambiente simile anche gli incontri diventano più autentici, meno dettati dagli orari e dalle scadenze ma più dalla spontaneità del momento e dalla bellezza del posto.

Si ritrova un'India più armonica, meno caotica e corrotta e meno ansiosa di rincorrere la modernità ad ogni costo come fa Delhi. Si capisce che questa e' l'India che ha affascinato molti viaggiatori di ogni epoca.

Questi tre giorni mi hanno ricaricato e convinto che l'unico modo per restare a lungo in una città come Delhi sia quello di muoversi appena possibile per ritrovare questi angoli di tranquillità e bellezza indiana.





Cercare di comunicare con una scimmia che rimane totalmente indifferente alla mia presenza




Sadhu che prova a suonare il guitalele


Ashram dove risiedevo


Vista di Rishikesh


Puja al Gange


Con Adriano, italiano conosciuto alla stazione di Delhi


Rose, ragazza americana conosciuta all'ashram e una bambina che ci ha appena dato i fiori per la puja

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